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di Gi Elle
“Tomâts”, una storia lunga un secolo a Tarcento e che in questi giorni di fine Carnevale e inizio Quaresima è raccontata attraverso una bella mostra ad Artegna, nella splendida cornice del Castello Savorgnan, dove può essere visitata fino a domenica prossima.
Mantenere viva una tradizione secolare come quella dei “Tomâts” significa preservare identità e patrimonio di una comunità intimamente legata alle proprie origini. Ma vuol anche dire valorizzare la storia e le espressioni artistiche di una civiltà rurale operosa e fiera che, trascorsa l’Epifania e spenti i “pignarûi”, celebrava il Carnevale aspettando la primavera e il ritorno alla vita dei campi dopo la pausa invernale, ha detto l’assessore alle Finanze, Barbara Zilli, che, in rappresentanza della Regione Fvg, ha preso parte all’inaugurazione della mostra “I Tomâts, 100 anni di maschere lignee del Tarcentino“.
La rassegna è ospitata, come detto, nel suggestivo scenario del ricostruito Castello, sul colle della Chiesa parrocchiale che sovrasta la cittadina pedemontana rinata dal sisma di quasi 44 anni fa. Alla cerimonia inaugurale aveva fatto seguito la presentazione del libro dedicato ai Carnevali tradizionali nelle Alpi orientali. La mostra resterà aperta, con ingresso libero, fino appunto all’8 marzo e si potrà visitare anche oggi, sabato e domenica prossimi dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30. Nella giornata odierna e in quella dell’ultima domenica di apertura sarà attivo un laboratorio di intaglio delle maschere.
Per l’Amministrazione regionale, l’eredità di questi splendidi manufatti, grezzi o dai colori vivaci, è oggi al centro di una rinnovata stagione creativa, grazie a nuove leve di mascherai e all’impegno volontaristico dell’associazione i “Mascarârs di Tarcint”. Il sodalizio, con la sua forza aggregativa, oltre a gestire la nuova sede, promuove eventi e manifestazioni e realizza pubblicazioni sul tema, tenendo viva la memoria di questa bellissima tradizione. L’associazione ha anche realizzato la catalogazione dei “tomâts” prodotti dal 1985 recuperando un patrimonio importante, in gran parte distrutto dal terremoto del 1976.
L’inaugurazione della sede dei mascherai a Tarcento.
Si chiama “La Cjase dai Tomâts” la sede in cui oggi trovano sede gli artisti che mantengono in vita questa bellissima e importante tradizione friulana. La sua inaugurazione era avvenuta, presente la stessa Barbara Zilli, nello scorso settembre. Nell’occasione, l’esponente della Giunta Fedriga – presente, con il sindaco Mauro Steccati, anche il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin – aveva osservato che “i mascherai di Tarcento contribuiscono a mantenere vive le tradizioni popolari e a valorizzare l’arte dell’intaglio del legno”, aggiungendo che, “grazie a questa cultura antica, la storia diventa anche un’opportunità imprenditoriale”.
“La Cjase dai Tomats”, gestita dai volontari dell’associazione i “Mascarârs di Tarcint”, ospita appunto le caratteristiche maschere lignee del Carnevale tarcentino. Nel trasmettere il saluto dell’Amministrazione regionale, l’assessore alle Finanze aveva voluto sottolineare l’attività di promozione della cultura popolare portata avanti con passione dai mascherai che ogni anno organizzano mostre, ricerche e pubblicazioni sul tema, ma anche la vicinanza della Regione verso chi tramanda l’abilità dell’intaglio. “Questa nuova sede è anche laboratorio in cui è possibile vedere i mascherai all’opera – aveva sottolineato Barbara Zilli – e sono già molti i giovani che si avvicinano ai corsi di intaglio che l’associazione organizza: una passione che può trasformarsi in nuove opportunità occupazionali“.
E ora due parole sui “Mascarârs di Tarcint”. L’associazione, guidata da Ezio Cescutti, è ufficialmente nata nel gennaio 2009, per iniziativa di un gruppo legato a quest’antica tradizione tarcentina. Riunisce attorno ad alcuni mascherai “storici” – come si rileva dal suo sito ufficiale – una nuova leva di appassionati di tutte le età, che si sono avvicinati più recentemente a questa pratica, partecipando ai corsi di intaglio organizzati negli ultimi anni. Lo scopo principale è quello di far conoscere e valorizzare le tradizioni locali legate al Carnevale, con particolare riguardo agli “strîts”, le scenette satiriche note negli anni ’50 e riproposte con successo negli ultimi anni da alcuni gruppi come lo “Scumul“, il “Virus pegri” e “I rusclis”. I “Mascarârs di Tarcint” promuovono e partecipano a varie iniziative e manifestazioni non solo locali, organizzano mostre, ricerche, pubblicazioni e ogni altra iniziativa che contribuisca alla giusta valorizzazione di questo aspetto della cultura popolare. Dell’attuale direttivo fanno parte anche il vicepresidente Marco Olivo, il segretario tesoriere Sergio Ganzitti, nonché i consiglieri Luigi Revelant e Raffaele Revelant.
Infine, una curiosità. Il “Tomât” era l’ambito riconoscimento con cui veniva premiata al Carnevale della vicina Nimis la maschera singola più caratteristica o attinente alla tradizione, al termine delle grandi sfilate organizzate fino a tre anni fa e che tutti si augurano di poter quanto prima riapplaudire.
La consegna del “Tomât” al Carnevale di Nimis nel 2017.
In copertina, alcuni caratteristici “tomâts” in una foto di Turismo Fvg.